TERAMO – Sono stati notificati tra ieri e oggi i 30 provvedimenti firmati dal questore di Teramo nei confronti degli ultrà riminesi identificati dopo gli scontri del 9 febbraio scorso. Per sei dei 30 tifosi biancorossi il Daspo ha una durata di 5 anni con obbligo di presentazione in questura prima e dopo le gare del Rimini, mentre per gli altri 24 il divieto di accedere alle manifestazioni sportive è di un solo anno.
L’episodio, come detto, risale allo scorso 9 febbraio, quando alle 17.45 una trentina di ultrà biancorossi decide di fermarsi prima del match al ristorante pizzeria Acquamarina di San Nicolò a Tordino, distante pochi chilometri dallo stadio “Gaetano Bonolis” di Teramo. Pochi minuti prima di ripartire in direzione stadio, i tifosi biancorossi sarebbero rimasti vittime di un agguato da parte di un gruppo di ultrà abruzzesi, avvertito – secondo il racconto di alcuni testimoni – da un’auto vista passare più volte davanti al locale. Così, nel giro di pochi minuti, si scatena una vera e propria guerriglia tra le due fazioni opposte, con tanto di lanci di sedie, tavoli e bottiglie di vetro. I due gruppi si fronteggiano anche a colpi di cinte e aste di bandiere. Il tutto dura pochi minuti, finché sul posto non interviene la polizia di Teramo.
Dalle perquisizioni a bordo dei tre minivan – rimasti danneggiati – su cui viaggiavano gli ultrà romagnoli (tutti dotati di regolare biglietto e supporter card), non furono ritrovati oggetti atti ad offendere (solo aste delle bandiere non conformi). L’attività di identificazione, svolta immediatamente del personale della Digos di Teramo, e con il supporto della Polizia Scientifica, grazie anche alle videoriprese delle telecamere di sorveglianza, aveva poi portato all’individuazione di 10 tifosi teramani e 30 riminesi. Che ieri sono stati convocati in questura a Rimini per la notifica del provvedimento.